giovedì 26 marzo 2020

Carl Gustav Jung

Per alcuni anni Jung è stato allievo, amico e collaboratore di Freud. Poi, i due si sono allontanati e Jung ha elaborato una versione della psicoanalisi diversa da quella freudiana


Prima di conoscere Freud, Jung era psichiatra e lavorava nella clinica Burghölzli di Zurigo, un centro importante per la psichiatria dell’epoca, diretto da Edmund Bleuer. Alla clinica di Bleuer si studiava e si curava la schizofrenia in modo innovativo. Parlare coi pazienti e ascoltarli era considerato parte integrante della terapia.

In questo contesto, Jung fu incaricato di svolgere dei test di associazione verbale e studiarne i risultati. Con questa ricerca Jung si avvicinava già al lavoro di Freud, perché la psicoanalisi freudiana fa affidamento proprio sulle libere associazioni.

Freud era razionalista, materialista e ateo, mentre Jung era interessato alla mitologia, alla mistica e alla religione, che considerava, al pari dell’inconscio, come non-razionali. Fin dall'inizio, poi, i due avevano opinioni diverse su alcuni elementi della teoria psicoanalitica. 

Per esempio, sul ruolo della libido e della sessualità: secondo Jung, la libido era energia psichica in senso lato, e non energia sessuale. Dal punto di vista di Jung, Freud era riduzionista: riduceva il senso delle formazioni dell’inconscio al desiderio e alla sessualità. 

Il pensiero di Jung

Psicologia analitica” è il nome che Jung diede alla propria teoria, per distinguerla dalla psicoanalisi freudiana. Nonostante le molte differenze, tuttavia, si può considerare la teoria di Jung come una variante della psicoanalisi, perché si fonda sullo stesso elemento essenziale: l’inconscio – anche se lo definisce in modo diverso. 

L’inconscio descritto da Jung è duplice: sia individuale che collettivo

  • L’ipotesi dell’inconscio collettivo è uno degli elementi di differenza della teoria junghiana rispetto a quella freudiana. 
  • L’inconscio collettivo è basato su formazioni archetipiche comuni all’intera umanità e alla sua storia
Gli archetipi sono immagini virtuali, (esempi: “i genitori”, “la donna”, “i bambini”, “la nascita”, “la morte”) comuni a tutti, prive di contenuto specifico.

Il relativismo di Jung

Pur avendo costruito una teoria psicologica definita, Jung ha sempre sostenuto le ragioni del relativismo. Una scienza certa della psiche non è possibile, secondo Jung, perché in psicologia l’osservazione dell’oggetto coincide sempre in parte con il punto di vista del soggetto:

«In psicologia sussiste la circostanza affatto particolare che, nella formazione dei concetti ad esso attinenti, il processo psichico non è soltanto oggetto, ma allo stesso tempo anche soggetto» (Jung, Tipi psicologici).


Quindi, le teorie psicologiche sono e saranno sempre necessariamente molte e nessuna potrà dirsi definitiva. Con ciò, Jung non intendeva sostenere che una teoria valesse l’altra o che non si potesse giudicarne la validità, la coerenza o l’efficacia. 

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